Come ogni anno, sono stati approvati i nuovi valori minimi retributivi per il lavoro domestico validi per il 2022.
Per effetto della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo sono previsti degli incrementi (+ 2,88%).
Quest’anno, però, non siamo per nulla contenti, anzi. Dopo i servizi ed i generi alimentari, le famiglie che hanno assunto un’assistente familiare convivente, arriveranno a spendere circa 500 euro in più all’anno.
Ciò che ci auguriamo, pertanto, è che venga effettuato un intervento a supporto di chi è costretto ad usufruire dell’aiuto della collaborazione domestica.
Un punto di attenzione, in aggiunta, andrebbe posto sulle famiglie meno abbienti, affinché queste non siano obbligate a rifugiarsi in una gestione irregolare, o quantomeno ‘opaca’, del rapporto di lavoro.
La situazione pare alquanto grottesca: per tutelare un soggetto debole, ossia il lavoratore domestico, se ne penalizza di fatto un altro, la famiglia.
Non era forse possibile adeguare il bonus fiscale riservato ai datori di lavoro domestico?
La speranza, quindi, è che il grido delle famiglie impegnate nell’assistenza di una persona anziana o disabile giunga a chi di dovere, al fine di ottenere una reale presa di coscienza circa la necessità di trovare una soluzione concreta che vada in aiuto sia alle persone non autosufficienti sia per chi se ne prende cura.