Conflitti interni, mancata approvazione di bilanci, carenze nella vigilanza sulle cooperative associate, contenziosi giudiziari alla base del provvedimento di revoca, il Ministro dello Sviluppo Economico Zanonato, revoca all’UNCI (Unione delle Cooperative Italiane) la capacità di rappresentare le cooperative associate. Stop anche all’incasso di contributi e alle attività collegate.

Più volte i sindacati avevano definito quello dell’Unci come un contratto “pirata” che ha danneggiato pesantemente i lavoratori inquadrati in quel modo  ed anche l’ordine dei Consulenti del Lavoro aveva più volte espresso perplessità.

Anche il Ministero del lavoro aveva preso posizione  definendo illegittimo e penalizzante per i lavoratori quel contratto.

La revoca di riconoscimento all’Unci non lascia più alibi mettendo la parola fine (speriamo!) alle irregolarità e al dumping contrattuale in tutti i campi.

Nel campo dei servizi domiciliari, a questo punto, non vi è modo di regolarizzare un’assistente familiare se non con il contratto per il lavoro domestico che però PUO’ ESSERE UTILIZZATO SOLO DALLE PERSONE FISICHE E NON DALLE AZIENDE, ad eccezione delle agenzie per il lavoro.

 

AGGIORNAMENTO

Su istanza dell’UNCI nazionale, il 31 gennaio 2014, il TAR del Lazio ha sospeso l’Ordinanza del Ministero dello Sviluppo Economico circa la revoca della rappresentanza delle cooperative socie e fissato la trattazione di merito del ricorso al 12 giugno 2014

Resta comunque valida l’indicazione del Ministero del Lavoro circa l’illiceità del Contratto di lavoro UNCI.