Può capitare che per un motivo o per l’altro si debba ricorrere al licenziamento della propria badante. Potrebbe essere il caso di un’assistente domiciliare che viene licenziata a seguito della sopraggiunta morte della persona anziana o ancora di una badante che non lavora come dovrebbe. In tutti questi e in altre casistiche sarà necessario ricorrere ad una lettera di licenziamento la cui disciplina viene regolata dalla legge 604 del 1966. Ma cosa deve contenere questo documento e soprattutto cosa accade se la badante si rifiuta di firmarlo? Scopriamolo insieme.
- Come scrivere una lettera di licenziamento per una badante
- Modello lettera licenziamento badante
- Lettera di preavviso di licenziamento della badante: cosa contiene
- Lettera di licenziamento per mancato periodo di prova
- Lettera licenziamento della badante e la sentenza n.7390 del 25 marzo 2013 della Corte di Cassazione
- Per maggiori informazioni e assistenza nella gestione del rapporto di lavoro con la tua collaboratrice affidati a Badaben
Come scrivere una lettera di licenziamento per una badante
Iniziamo dal principio e vediamo quali elementi deve contenere la lettera di licenziamento destinata alla badante. Quest’ultima potrà essere consegnata sia con raccomandata, sia a mano. In particolare nel primo caso è caldamente consigliato servirsi della raccomandata con ricevuta di ritorno, mentre nel secondo caso è bene che ci sia un testimone.
Ecco quali sono gli elementi che deve necessariamente contenere la lettera:
- Generalità sia del lavoratore che del datore di lavoro
- l’espressione della propria volontà di voler portare a termine il rapporto di lavoro
- quanto preavviso verrà dato e da quando decorrerà tale termine.
- l’ultima busta paga e le ultime spettanze che verranno corrisposte.
Da tenere a mente che nel lavoro domestico, a differenza di altre tipologie di rapporti di lavoro, non sarà necessario indicare la motivazione del licenziamento. Può essere altresì consentito al datore di lavoro licenziare il lavoratore senza preavviso. In questo caso dovrà essere erogata la relativa indennità che dovrà però corrispondere all’importo che sarebbe spettato alla badante durante il periodo di preavviso.
Modello lettera licenziamento badante
Vediamo di seguito come dovrà essere scritta la lettera di licenziamento. (fonte del modello: webcolf.com)
“Nome datore di lavoro
Raccomandata a mano Nome lavoratore domestico
………
OGGETTO: Interruzione rapporto di lavoro.
Con la presente sono spiacente di doverLe comunicare la decisione di interrompere il rapporto di lavoro di natura domestica instaurato il ……………………….
Considerato il preavviso di ………………………………., il rapporto di lavoro avrà termine il ……/……../………….., data in cui cesseranno le sue prestazioni lavorative.
Con la busta paga del mese di …………………….., pagata nel corso del mese di ………………….. verranno saldate tutte le sue competenze di fine rapporto e ratei accessori.
Ringraziandola fin d’ora per la collaborazione prestata, porgo cordiali saluti.
Firma
Lettera di preavviso di licenziamento della badante: cosa contiene
Abbiamo appena visto che può capitare che il datore di lavoro decida di licenziare da un giorno all’altro il lavoratore. In questo caso andrà segnalata necessariamente la dicitura: “Il rapporto di lavoro avrà termine con effetto immediato dalla data della presente, il preavviso non goduto verrà monetizzato con un’apposita voce nella sua ultima busta paga, congiuntamente alle altre spettanze di fine rapporto”.
Proprio il capitolo preavviso prevede di essere trattato a parte in quanto sono diversi gli aspetti a cui prestare particolare attenzione. Nello specifico il contratto nazionale collettivo di lavoro indica chiaramente quanti giorni dovranno passare dall’avvenuta comunicazione del licenziamento. C’è di più perché andrà fatta una distinzione a seconda delle ore di lavoro prestate nell’arco della settimana.
In caso l’orario settimanale sia inferiore alle 25 ore i giorni di preavviso saranno otto se il lavoratore ha maturato un periodo di anzianità presso lo stesso datore di lavoro uguale o inferiore ai due anni, mentre possono arrivare a quindici qualora si superino i due anni di anzianità.
Diversamente se si lavora con un orario settimanale superiore alle 25 ore verranno riconosciuti 15 giorni di preavviso con un’anzianità uguale o inferiore ai 5 anni sotto uno stesso datore di lavoro. Se tale anzianità verrà superata i giorni di preavviso riconosciuti saranno trenta.
Lettera di licenziamento per mancato periodo di prova
Infine vediamo l’ultimo caso vale a dire cosa succede se la badante non supera il periodo di prova. Secondo quanto riporta il CCNL che disciplina il lavoro domestico ed entrato in vigore il primo ottobre 2020 è prevista un’estensione del periodo di prova destinato alle badanti che lavorano in regime di convivenza. Si parla infatti di un periodo che passa dai precedenti 8 giorni ai 30 giorni effettivi che dovranno essere pagati regolarmente.
Da tenere a mente che, durante questo periodo entrambe le parti potranno recedere senza alcun preavviso. Inoltre se in questo lasso di tempo al lavoratore non perviene alcuna comunicazione da parte del datore di lavoro, quest’ultimo si intenderà automaticamente assunto.
Lettera licenziamento della badante e la sentenza n.7390 del 25 marzo 2013 della Corte di Cassazione
Con una sentenza del 25 marzo 2013, n. 7390, la Corte di Cassazione si è pronunciata sul rifiuto di un dipendente di ricevere la lettera di licenziamento. Il caso era quello di un lavoratore di lingua straniera, licenziato in tronco per assenza ingiustificata. Il datore di lavoro aveva provato tempestivamente a consegnare la lettera di licenziamento al lavoratore; ma quest’ultimo, dopo averne appreso il contenuto (tradotto da un connazionale), si era rifiutato di ricevere la lettera.
La Corte di Cassazione ha confermato il principio, già precedentemente affermato, secondo cui il rifiuto da parte del lavoratore di ricevere la lettera di licenziamento, che può essere dimostrato dal datore di lavoro anche attraverso la prova testimoniale, non impedisce il perfezionarsi della relativa comunicazione e non determina quindi l’inefficacia del licenziamento, se avvenuto sul posto di lavoro e durante l’orario di lavoro (ben diverso è il caso in cui il datore di lavoro pretenda di consegnare la lettera di licenziamento al lavoratore sulla pubblica strada, al bar o al supermercato!).
La Corte ha osservato, in particolare, che secondo un principio fondamentale del nostro ordinamento giuridico, desumibile dalle norme sulla mora nonché dall’art. 1335 del codice civile e dall’art. 183 del codice di procedura civile, il rifiuto di una prestazione da parte del destinatario non può risolversi a danno dell’obbligato, inficiandone l’adempimento; e ha osservato altresì che, nell’ambito del rapporto di lavoro, tale principio si coniuga con l’obbligo del lavoratore di ricevere comunicazioni, anche formali, sul posto di lavoro e durante l’orario di lavoro, in dipendenza del potere direttivo e disciplinare al quale il lavoratore è sottoposto.
A tale proposito si evidenzia come il consiglio di alcuni consulenti di non firmare la lettera di licenziamento per ricevuta o presa visione sia assolutamente scorretto e contrario alla normativa vigente.
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