Anima ed equilibrio. Sguardi che si incrociano, mani che si stringono. “Rendere l’impossibile una cosa possibile”. E’ questa la definizione del tango per Carlos Gavito, grande interprete di uno dei balli più struggenti e romantici. Con un passo di danza ci si può innamorare, ma se nelle vene scorre il ritmo argentino diventa pure più facile combattere contro il morbo di Parkinson. Su il sipario: la Clinica neurologica dell’azienda ospedaliera apre le sue porte alla tangoterapia. Differenti velocità di esecuzione, continui arresti ed accelerazioni, bruschi cambiamenti di direzione, passi in arretramento e stop improvvisi sono alla base della terapia a ritmo di tango… «Un gruppo di ricercatori della Washington University di Saint Louis», spiega Marina Saladini, direttore della Clinica neurologica, «ha dimostrato che il tango argentino ritarda la comparsa di alcuni disturbi tipici della malattia di Parkinson, con risultati più favorevoli di quelli che si ottengono attraverso altri esercizi fisici, migliorando la coordinazione motoria e l’equilibrio»… La Clinica invierà i pazienti a scuole selezionate per poi studiarne i progressi in termini di rallentamento dei sintomi della malattia. Ma a tendere la mano a questi pazienti non c’è solo la danza, in via Giustiniani verrà proposto anche il Tai-Chi. E’ stato dimostrato che anche l’antica arte marziale cinese può aiutare a ridurre le difficoltà motorie, a rallentare la progressione della patologia e a diminuire l’incidenza delle cadute negli anziani. Fabiana Pesci x il Mattino di Padova