La statistica ci dice che circa il 40% delle persone anziane cade più volte in un anno.

Secondo i dati riportati dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute il 70% delle cadute avvengono in casa. Luoghi di maggior rischio sono la cucina, la camera da letto, le scale ed il bagno. La maggior frequenza si verifica nelle prime ore del mattino, specie nell’atto di scendere dal letto e al crepuscolo quando la luce è più scarsa.

Il rischio di caduta aumenta con l’avanzare dell’età e raggiunge il suo culmine tra gli 80 e i 90 anni. Le cause sono molteplici e tra di esse troviamo l’equilibrio precario, la debolezza degli arti inferiori, i disturbi della deambulazione, gli eventi accidentali, ma anche la confusione, i disturbi visivi e l’ipotensioneortostatica associata spesso a capogiri.

Le stesse patologie che colpiscono in età avanzata (ictus, morbo di Parkinson, neuropatie, miopatie e deterioramento cognitivo, patologie del piede e della vista, patologie cardiache), non fanno che aumentarne il rischio. Anche l’assunzione di un numero di farmaci superiore a 3-4 al giorno (che tuttavia sono, ovviamente, indispensabili e “salvavita”) espone maggiormente al problema.

Le conseguenze principali delle cadute riguardano le fratture del polso, dell’anca e del femore (circa 90.000 casi all’anno nella sola popolazione over 65), eventi traumatici abituali tra le donne, in particolare tra quelle soggette a forme di grave osteoporosi (il 75% delle fratture femorali, infatti, riguarda il mondo femminile e, dato allarmante, una buona percentuale dei “colpiti” perde parzialmente o totalmente l’autosufficienza, dopo aver subìto questa lesione, con la conseguente necessità in molti casi di un’assistenza “continua”).

Ovviamente tali “rotture” possono incidere sul piano psicologico e possono insinuare nel soggetto anziano una sindrome ansiosa post caduta, per cui l’individuo, cominciando a convivere con naturali sentimenti di paura e di insicurezza legati all’instabilità motoria, può arrivare a ridurre drasticamente movimento e attività fisica, con un peggioramento della qualità della vita. Inoltre aumentano in modo considerevole le difficoltà dei familiari e dei parenti poi nel gestire improvvise situazioni di emergenza.

Tra le precauzioni personali:

  • prestare attenzione agli oggetti (es. giocattoli dei nipotini) lasciati sul pavimento;
  • tenersi sempre ad un supporto ben saldo, quando ci si china o ci allunga, evitando di girarsi troppo velocemente;
  • evitare di camminare usando le sole calze e preferire scarpe con la suola in gomma, senza lacci e senza tacco;
  • nel passare dalla posizione sdraiata a quella seduta è utile concedersi del tempo (1-2 minuti) per trovare l’equilibrio;
  • con gli animali domestici fare attenzione ai movimenti improvvisi o a quando vi vengono fra le gambe;
  • controllare periodicamente la vista;
  • seguire una dieta ricca di calcio e vitamina D e fate un moderato esercizio fisico, in particolare
  • all’aria aperta e al sole per mantenervi in forma;
  • utilizzare vestaglie o pantaloni della giusta lunghezza; nel vestirsi e nello svestirsi è preferibile stare seduti o appoggiarsi al bordo del letto.

Può anche essere utile mettere in atto altri elementari suggerimenti sull’organizzazione degli spazi abitativi in sicurezza:

  • un’illuminazione adeguata con interruttori della luce facilmente raggiungibili;
  • mobili disposti in modo da lasciare libero il passaggio;
  • pavimentazioni regolari, non scivolose, non cerate;
  • rimuovere tutti quei tappetini mobili ed arredi nei quali si rischia di inciampare;
  • le scale dovrebbero risultare ben illuminate e dotate di corrimano;
  • avere il telefono a portata di mano
  • in bagno, installare strisce o tappeti di gomma antisdrucciolo nella vasca o doccia, fissare maniglie d’appoggio sulla parete in prossimità dei servizi, usare sedili da toilette regolabili in altezza