Molto spesso quando si parla della professionalità che il mestiere della badante comporta, viene sottovalutato il corso di formazione e le competenze necessarie a svolgere al meglio questo lavoro. Non è raro infatti che questo tipo di lavoro venga svolto da personale poco qualificato che il più delle volte opera in modo improvvisato. Se è vero da un lato che diplomi, qualifiche ed eventuali attestati non sono assolutamente indispensabili, è altrettanto vero che ci vuole tanta preparazione e tanta esperienza, oltre che una buona dose di empatia e pazienza.
La badante infatti si trova spesso e volentieri a fare un po’ di tutto. Questa figura si pone il più delle volte a metà strada tra lo psicologo, l’infermiere, la cuoca e la colf senza contare il delicato ruolo socio-relazionale che la badante dovrebbe essere in grado di colmare. È quindi molto importante la predisposizione della persona a questo tipo di lavoro, ma anche la preparazione alla professione che dovrebbe essere curata in ogni aspetto.
Per tutti questi motivi è molto importante che una badante segua i giusti percorsi formativi che possano preparla al meglio. in particolare i corsi riconosciuti dallo Stato sono due: il corso OSS (Operatore Socio Sanitario) e il Corso OSA (Operatore Socio Assistenziale). Si tratta di due percorsi che sebbene si differiscono per diversi aspetti, presentano anche molte analogie. Vediamo quindi quali sono i percorsi più indicati, quali scegliere e perché è importante che la badante sia qualificata e adeguatamente formata.
Quando una badante può dirsi qualificata?
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Prima entrare nel dettaglio parlando dei principali corsi di formazione per badanti, è bene fare un passo indietro. Quando una badante può essere definita qualificata? Secondo quanto definisce il CCNL, una badante può essere definita come tale nel momento in cui consegue un diploma o comunque un titolo di studio che sia inerente alla sua professione. Tale attestato può essere conseguito sia in Italia che all’estero purché risulti essere equipollente.
In ogni caso la sua durata non deve essere inferiore alle 500 ore. Si segnala a tal proposito che sono diversi gli enti sia pubblici che privati che possono erogare questa tipologia di formazione. Per fare un esempio possono organizzare corsi i comuni, le ASL, le regioni e in taluni casi anche cooperative, scuole di formazione e persino università. Si ricorda inoltre che non tutti i corsi qualificano la lavoratrice come badante. Su Internet sono presenti una miriade di corsi spesso dalla credibilità discutibile che non forniscono davvero quello che pubblicizzano. Pertanto la prima attenzione che deve essere dedicata è quella verso la ricerca di corsi di formazione validi che possibilmente rilascino degli attestati che preparino al mondo del lavoro.
Quanto guadagna una badante qualificata?
Passiamo ora ad un altro nodo spinoso. La badante qualificata viene pagata di più? se sì quanto? Anche in questo caso per rispondere a questa domanda ci viene in aiuto il Contratto Nazionale Collettivo di Lavoro (CCNL) che stabilisce diversi livelli di retribuzione. In particolare, una badante convivente che si occupa di un anziano non sufficiente, se inserita nella categoria CS, ossia senza specifico titolo di studio, viene pagata in genere 983,22 euro. Diversamente una badante inserita in categoria DS ossia in possesso di titolo di studio può essere pagata da un minimo di 1385,60 euro.
Ad ogni modo uscendo dall’aspetto puramente economico possedere una formazione in particolar modo di tipo infermieristico può rivelarsi utile in tutti quei casi nei quali la badante debba trovarsi a fronteggiare pazienti che hanno condizioni critiche di salute. Per fare un esempio, la badante potrebbe avere a che fare con pazienti affetti da Alzheimer o demenza senile, ma anche morbo di Parkinson o ancora soggetti con distrubi cardiaci. Si tratta chiaramente di casi che non possono essere gestiti da qualsiasi persona, inoltre essere adeguatamente formati per affrontare certi tipi di situazioni costituisce un vantaggio non da poco.
Corso OSS o OSA? Quali sono le differenze?
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Torniamo al punto di partenza: corso OSS o corso OSA? Quali sono le differenze? Iniziamo con il dire che, entrambi sono percorsi di formazione per badanti che preparano all’assistenza della persona. Tuttavia, ciò che li distingue sono i focus sui quali sono incentrati. Il corso OSA in particolare si focalizza maggiormente su un’assistenza volta non solo a perseguire il benessere fisico del soggetto, ma anche soprattutto sul lato socio-relazionale. Si tratta quindi di un’assistenza completa, a 360°. In ogni caso la formazione dell’OSA non è di tipo infermieristico, a differenza di quella dell’OSS.
Quali sono le mansioni di un operatore socio-sanitario (OSS)
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L’operatore socio-sanitario è specializzato diversamente in una tipologia di assistenza improntata principalmente in un ambito di tipo ospedaliero o in un contesto quale ad esempio una casa di riposo. L’Oss inoltre può accedere ai concorsi pubblici e può essere diventare un prezioso supporto al personale ospedaliero infermieristico. Tale percorso dura solitamente tra le 1000 e le 2000 ore. Tra queste sono incluse 450 ore di tirocinio. Ultimo, ma non meno importante l’attestato del corso di Operatore Socio-Sanitario è valido in tutta Italia. In ogni caso, possedere questo titolo di studio è un plus che permette alla lavoratrice di distinguersi in questo settore sempre più articolato. Possedere quindi in definitiva un titolo OSS, valido su tutto il territorio nazionale, costituisce un requisito fondamentale per poter lavorare nei settori di competenza.
Quali sono i costi?
I costi di un corso di formazione operatore OSA o OSS possono variare a seconda dell’ente che lo eroga. Ad ogni modo si segnala che la Regione Veneto eroga un voucher di formazione per i residenti o domiciliati in Veneto e per chi si trova in stato di disoccupazione. Il voucher ha un valore di 1.500 euro. Insomma, nella vita non si smette mai di imparare. Magari avete esercitato la professione per diverso tempo, ma ci sono sempre delle cose nuove da scoprire e da aggiungere al vostro bagaglio culturale.